Isola di Dino: tra storia e meraviglie naturali

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Settembre è il mese migliore per godersi le coste calabresi, che tornano finalmente a essere luoghi rilassanti e accoglienti. Certo, non senza la nostalgia degli ultimi giorni pronta a farsi sentire. Si tratta però di un dettaglio facilmente trascurabile, soprattutto se si sceglie di visitare la selvaggia Isola di Dino.

L’Isola di Dino è il simbolo per eccellenza di Praia a Mare, rinomata località turistica situata sulla costa Tirrenica Calabrese, in provincia di Cosenza.

Un’aspra montagna di roccia emerge dal mare fino a 100 metri di altezza e nasconde caverne e grotte suggestive che si lasciano accarezzare dalle onde. Un luogo che testimonia la secolare e interminabile lotta tra terra e mare. Questa è l’isola di Dino, che ospita una flora e una fauna uniche, tipiche della macchia mediterranea.


Castello Murat

Perché si chiama così

L’isola ha alle spalle un lungo percorso storico, e nasconde nel suo vissuto leggende di non poco interesse. Intriganti sono innanzitutto le interpretazioni del nome “Dino”. Si tratta probabilmente di un’eredità del glorioso passato greco di queste terre. Dino arriva infatti dal termine greco “dina”, che significa tempesta. Il motivo è semplice: quando il mare è impetuoso, gli scogli dell’isola sono battuti con forza dalle onde. Le acque in prossimità dell’isola, infatti, erano un tempo molto pericolose per i naviganti nelle giornate di mare mosso.

La vista dell’isola immersa nelle acque del Tirreno è divina, e non a caso c’è anche chi fa risalire il significato del nome all’essenza stessa della sua bellezza: qui ci sarebbe stato un tempio (aedina) costruito dai naviganti in onore di Venere. Altri ancora ritengono che il suo nome derivi da Dionea, madre di Venere.


Un luogo in cui Madre Natura ha vinto sull’uomo

L’Isola di Dino, nella Riviera dei Cedri, è stata in passato teatro di numerose battaglie. Addirittura nel 1800 fu campo di battaglia tra l’esercito di Napoleone e quello dei Borbone. Dalla sua sommità si potevano avvistare le navi dei pirati, così come dimostra la torre per gli avvistamenti di origine normanna utilizzata in epoca Angioina e Borbonica, costruita sul frontone occidentale dell’isola. Oggi dalla torre si può ammirare lo splendido panorama del golfo e le nidificazioni degli aironi grigi e dei falchi pellegrini, il tutto condito dai versi dei numerosissimi gabbiani reali.

Fino agli anni 60’ l’isola apparteneva al comune di Praia a Mare. Venne poi venduta alla famiglia Agnelli per farne un polo d’attrazione turistica, ma dopo l’inizio dei lavori la proprietà è passata a un gruppo di imprenditori che hanno abbandonato il bene a sé stesso.

Nonostante il suo spiacevole trascorso, l’isola di Dino rappresenta un luogo in cui la natura ha vinto sull’uomo. La sua è una bellezza sconvolgente, che non ha bisogno di essere rinnovata né ritoccata, ma che riesce ancora, nella sua purezza, a provocare reazioni di stupore nei suoi visitatori.


Come arrivare e cosa vedere

Non a caso, quella di Dino è un’isola che rappresenta un’importantissima risorsa turistico-culturale per l’economia di Praia a Mare e delle cittadine limitrofe. Raggiungerla è facile per chi è in vacanza sulla Riviera dei Cedri. Da Praia a Mare si può prendere una barca che attracca su un piccolo molo direttamente sull’isola, unico punto in cui è possibile, poiché il resto della costa è caratterizzato da rocce scoscese e pareti a strapiombo sul mare alte fino a 80 metri.

Le attrazioni sull’Isola di Dino sono principalmente naturalistiche: date le dimensioni dell’isolotto non si può far altro che esplorare e ammirare i 50 ettari di vegetazione e scogliere che la compongono.  

I luoghi da non perdere sono le falesie calcaree che si tuffano nel mare cristallino e le tante grotte millenarie. Tra queste le più famose sono la Grotta Azzurra, così definita per l’intenso colore celeste dell’acqua al suo interno, e le Grotte delle Cascate. La prima in particolare, deve la sua bellezza alle varie componenti che armonicamente si fondono e creano uno spettacolo unico e suggestivo: la profondità di circa 12 metri, la disposizione e l’altezza della volta rocciosa e non levigata, la posizione della cavità e gli effetti della luce che acquisiscono ancora più fascino a mezzogiorno. La seconda è ricca di piccole e bianche stalattiti e caratterizzata da acque limpide che lasciano scorgere nitidamente le rocce levigate sul fondale.

Il modo migliore per esplorare le grotte è fare una delle tante escursioni in barca, che partono da Praia a Mare o da Scalea verso l’isola e che vi permetteranno inoltre di scoprire le meraviglie della costa.


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