Pentedattilo e le sue cinque dita protese verso il cielo

Questa è la mia terra

“La più strana abitazione umana”, così nel 1847 fu definita Pentedattilo da Edward Lear, viaggiatore ottocentesco, nel suo Diario di un viaggio a piedi in Calabria.


Storia di Pentedattilo

Sgretolato dal tempo e logorato da incontrollabili scosse telluriche, Pentedattilo è una suggestiva frazione di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, che sorge a 250 m dal livello del mare. Arroccato sulla rupe del monte Calvario, la forma di mano tipica della sua montagna non è mai stata protettiva, né ha rivolto dolci carezze alla sua gente. Al contrario, si è quasi sempre dimostrata una mano violenta e devastatrice.

Il suo nome deriva dal greco pènta-dàktylos - appunto cinque dita - e il motivo è da ricercare proprio nell’affascinante forma di questo borgo. Oltre alla sua posizione molto particolare infatti, Pentedattilo ha la peculiarità di “arrampicarsi”, come un appassionato e temerario escursionista, su una montagna che tende idealmente a rappresentare le cinque dita di una mano. Sfortunatamente, alcune parti della montagna sono crollate ed essa non esibisce più come un tempo tutte le cinque caratteristiche dita, pur conservando il suo fascino e il suo mistero. Pentedattilo è noto anche come “il paese che cammina”, a causa dei continui terremoti che insistono su questa porzione di territorio. Dopo aver subito varie dominazioni nel corso della storia, Pentedattilo venne tragicamente distrutta dal terribile terremoto che colpì gran parte della Calabria nel 1783. A seguito del sisma che fece crollare il paese e che soprattutto annientò la quotidianità di una vita semplice e laboriosa, si registrò un forte flusso migratorio verso la vicina Melito Porto Salvo, dove nel 1811 fu trasferito definitivamente il comune e Pentedattilo divenne frazione.

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Ruderi del Castello degli Alberti

Ruderi del Castello degli Alberti

La strage degli Alberti, tra storia e leggenda

Il fascino di Pentedattilo può essere individuato, oltre che nell’unicità del paesaggio, anche nell’unicità della sua storia. Per raccontarla è necessario guardare indietro al lontano 1686, anno in cui l’Italia meridionale era sotto il dominio spagnolo e Pentidattilo e i territori vicini erano feudo dei Baroni Abenavoli. Successivamente, gli Abenavoli dovettero subire un ridimensionamento del loro territorio e Pentidattilo divenne feudo dei marchesi Alberti.

Tra le due famiglie non correva affatto buon sangue, e a complicava ancor più le cose l’innamoramento del Barone Bernardino Abenavoli per Antonietta, sorella del giovane marchese Lorenzo Alberti. Poiché nel frattempo anche Don Petrillo Cortez, figlio del viceré di Napoli, era caduto vittima del fascino di Antonietta Alberti, la situazione degenerò. Il barone Abenevoli, venuto a conoscenza della cosa, si introdusse nel castello degli Alberti, compiendo una vera e propria strage. Le cinque dita di Pentedattilo diventarono da allora il simbolo della mano insanguinata del barone Abenavoli. Per questo motivo Pentedattilo è stata spesso definita anche come la mano del diavolo.

Secondo un’altra antica leggenda, un giorno l’enorme mano si abbatterà sugli uomini per punirli della loro sete di sangue.

Infine il mistero: nelle notti ventose d’inverno sembra si odano tutt’ora delle strazianti grida, quelle degli Alberti, vittime della strage compiuta la notte di Pasqua del lontano 1686, che reclamano vendetta. 


Una vecchia signora che mantiene viva la sua giovinezza

Oggi Pentedattilo si erge silenziosa e come una vecchia signora marcata da rughe, segni del tempo trascorso e dei malanni da cui è stata afflitta. Si propone di occupare un posto nel cuore dei suoi visitatori curiosi narrando storie che sanno di mistero e di passato.

Per allontanare il più possibile il tempo della morte di questa vecchia signora, alcune associazioni hanno pensato di trasformare diverse antiche abitazioni in musei e botteghe.

Inoltre, ogni estate l’antico borgo e il suo anfiteatro sono una delle tappe più importanti del prestigioso festival itinerante Paleariza, magnifica celebrazione musicale delle antiche radici della cultura greco-calabra. E ancora, nella magica atmosfera di Pentedattilo si svolge, solitamente tra agosto e settembre, il festival internazionale di cortometraggi Pentedattilo Film Festival, che accoglie ogni anno artisti da ogni parte del mondo.


CalabrEat

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