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Santa Severina: la nave di pietra


La “nave di pietra”: così Santa Severina fu definita molti anni fa, quando il suo imponente castello sembrava emergere da un mare di nuvole che avevano ricoperto la valle. Tutto ciò che affiorava dagli enormi banchi di nebbia sembrava immerso in un mare lattiginoso e lasciava scoperto solo il borgo. Una nave tornata da un’avvincente battaglia, che mostrava orgogliosa il suo essere ancora intatta, pur avendo attraversato impavida le acque burrascose. Una nave che ha solcato i secoli, superato dominazioni, ospitato popoli, lingue e culture.

Santa Severina sorge su una rupe che governa una vallata a metà tra il Mar Ionio e i monti della Sila, in posizione di supremo controllore del fiume Neto, nei confronti del quale esso mostra estrema gratitudine.

Le acque del fiume Neto sono state, negli anni, la culla di Santa Severina, proteggendola come una madre e osservandola crescere e fregiarsi, per merito del suo fascino, del titolo di uno dei borghi più belli d’Italia.


La storia attraverso gli anni

La storia di Santa Severina è documentata da Ecateo di Mileto, storico e geografo del V secolo a.C., che la annovera nell’elenco delle terre degli Enotri con il nome di Siberene. Questo luogo era infatti abitato, durante l’età del bronzo e del ferro, da popolazioni indigene appartenenti probabilmente al ceppo degli Enotri.

Uno dei misteri non ancora risolti è il passaggio al toponimo di Santa Severina: quasi sicuramente il paese deve questo nome al legame con il culto della Santa omonima, importato e imposto dai greci-siculi che in quel periodo si mossero alla scoperta di questi territori.

Dopo essere stata un abitato greco-italico, fino al 1076 appartenne ai Bizantini. Fu successivamente governata dai Normanni e poi dagli Svevi. Dopo la disfatta degli Svevi, il castello passò sotto l'amministrazione degli Angioini. Durante questo periodo, la città godette sempre dello stato demaniale, aveva infatti il controllo sul marchesato. Questo consolidato sistema di libertà e autonomia venne scosso e abbattuto da Federico d’Aragona, che concesse in feudo la città ad Andrea Carafa, futuro luogotenente del regno. Inizia così per Santa Severina il periodo degli assedi e della resistenza a oltranza, prima di piombare nella servitù feudale. I casali infeudati di Santa Severina finirono solo nel 1800, sotto il dominio dei Borboni.

Uno dei borghi più belli d’Italia

La visita a Santa Severina merita un pomeriggio di primavera, quando il profumo dei limoni vi accompagnerà lungo la salita che porta in cima al paese, dove si affaccia - impetuoso - il bellissimo castello dalla lunga storia. È una visita che permette di viaggiare indietro nel tempo, percorrendo più epoche e più culture, tra chiese bizantine e monumenti di stampo normanno, luoghi ameni dove la modernità ha stentato ad arrivare e non ha quindi intaccato la suggestiva fusione di elementi di epoche passate.

Il castello è sicuramente uno dei più belli e meglio conservati dalla Calabria ed è conosciuto anche come castello di Roberto il Guiscardo, dal re normanno che ne ordinò la costruzione. Divenuta una delle più possenti fortezze degli Angioini, passò in epoca aragonese nelle mani dello spietato generale Andrea Carafa, il quale mise in atto notevoli interventi, tra cui la costruzione di una seconda cinta muraria. Altri nobili si succedettero nel possesso e nell’abbellimento del castello, che dal 23 maggio 1998 può essere visitato finalmente restaurato.

Santa Severina ospita poi qualcosa di unico: il solo battistero conservato integralmente. Si tratta del più antico monumento di epoca bizantina della Calabria insieme alla cattolica di Stilo.

Oggi, Santa Severina si impegna a mantenere vivo il suo fascino e punta a tenersi stretto il titolo che la vede annoverata tra i borghi più belli d’Italia.

Dal punto di vista gastronomico, nel borgo si può gustare un assaggio della pasta “chjna”, ovvero i rigatoni al forno ripieni di formaggio, provola e salsiccia locale. Tra i prodotti tipici spicca poi l’aranciàru, la caratteristica arancia santaseverinese che ha rappresentato fin dall’antichità una fonte economica importante.


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