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Miele: un’arma naturale contro l’antibiotico-resistenza

Un prodotto all’elevato valore nutritivo, ricco di zuccheri semplici, come glucosio e fruttosio, vitamine, sali minerali ed enzimi. Diverse e molteplici proprietà si celano dietro al miele, un alimento speciale che non merita di essere considerato un mero sostituto dello zucchero. In particolare, ci concentreremo sulle proprietà antibatteriche, chiarendo il motivo per cui tale prodotto possiede l’appellativo di “antibiotico naturale”. 

Chi non possiede nella propria dispensa dolci vasetti di miele? Oggi vi scoprirete possessori di oro colato!


Perché dovremmo guardare al miele come un possibile antibiotico?

Sir Alexander Fleming

Per capirlo, dobbiamo necessariamente fare un passo indietro…

Nel XX sec. la scoperta della penicillina, il capostipite dei moderni antibiotici, contribuì ad aumentare l’aspettativa di vita della popolazione: le infezioni divennero controllabili e ben curabili; malattie come polmoniti e meningiti non furono più sinonimo di una morte preannunciata.

Tuttavia, Sir Alexander Fleming, inventore della penicillina, dopo la vincita del Premio Nobel nel 1945, ci lasciò un messaggio di fondamentale importanza: “chiunque giochi con la penicillina senza pensare alle conseguenze, è moralmente responsabile del decesso di chi morirà per una infezione sostenuta da un microrganismo resistente alla penicillina”. Tali parole hanno anticipato ciò che sarebbe stato uno fra più gravi e pericolosi problemi del XXI sec: l’antibiotico-resistenza.

Il riferimento è alla crescita esponenziale della resistenza agli antibiotici in molti batteri che stanno diventando sempre più aggressivi, rendendo inefficaci molti farmaci. Infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità definisce l’antibiotico-resistenza “una delle minacce più serie per la salute pubblica globale del nostro tempo”.


Cosa fare?

Per fortuna la natura non si smentisce mai. Uno dei suoi tanti meriti è quello di offrirci un antibiotico naturale, che non determina antibiotico-resistenza. Il miele è un prodotto conosciuto da millenni, ma verso il quale i batteri non hanno ancora imparato a sviluppare resistenza. Vediamo in che modo il miele può essere un’arma contro i batteri resistenti.

Perché l’antibiotico-resistenza?

Il motivo è semplice: abbiamo indotto i batteri ad adattarsi ai nostri tentativi volti a combatterli, tanto che alcune popolazioni batteriche risultano completamente immuni alle terapie. Dunque, la causa di tale fenomeno si deve ricercare nell’uso sregolato di questi farmaci: spesso vengono utilizzati antibiotici “di ultima generazione” per infezioni banali e non necessari. Tuttavia, contrariamente a quanto si crede, l’antibiotico non è il rimedio a tutti i mali.


Proprietà antibatteriche del miele

L’elevata concentrazione zuccherina unita al basso contenuto d’acqua permette al miele di espletare la sua funzione come antibatterico soprattutto nella medicazione delle ferite. Il processo che si verifica è simile a quello che si osserva quando si mette lo zucchero dentro la macedonia: dopo qualche ora il bicchiere si riempie di un ottimo succo e la frutta si disidrata. Ciò si verifica perché l’acqua contenuta nella frutta migra e viene attratta dalla soluzione zuccherina. Per una ragione entropica, l’acqua tende a passare dalla soluzione meno concentrata a quella più concentrata. Il miele, grazie alla sua concentrazione osmotica, assorbe acqua dalla cellula microbica che, in tal modo si raggrinzisce. Anche il pH può essere considerato un fattore di controllo della crescita batterica: il miele ha un pH acido, compreso tra 3,2 e 4,5. L’acidità è data in particolar modo dalla presenza di diversi acidi organici come l’acido formico, l’acido acetico, l’acido butirrico, l’acido malico e l’acido lattico, che si trovano già nel nettare. Il pH acido è in grado di indebolire, o annientare, numerosi microrganismi. Questi per crescere e svolgere le loro attività metaboliche, hanno bisogno di acqua disponibile, ovvero acqua che non sia legata ad altre componenti (aw): il basso contenuto di umidità del miele porta a valori di aw (attività dell'acqua) compresi tra 0,56 e 0,62. Ciò ostacola la crescita di quasi tutti i microrganismi a eccezione di alcuni lieviti e batteri osmofili. 


Il potere antibiotico del miele di Manuka

Diversi studi clinici hanno affermato la presenza di un agente antibatterico nel miele di Manuka che lo contraddistingue da tutti gli altri mieli. Oggi una nuova conferma è fornita dall’analisi “Anti-pseudomonad Activity of Manuka Honey and Antibiotics in a Specialized ex vivo Model Simulating Cystic Fibrosis Lung Infection”, pubblicata su “Frontiers in Microbiology”. L’obiettivo di questa ricerca si basa sull’utilizzo del miele di Manuka come prodotto utile per arginare la presenza di Pseudomonas aeruginosa, un batterio ubiquitario che causa infezioni polmonari croniche, portando allo sviluppo della fibrosi cistica. I risultati sono promettenti e evidenziano il potenziale del miele di Manuka come futuro antimicrobico.


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