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Miele: suggerimenti per un acquisto consapevole

Il miele fra i consumatori ha sempre goduto della fama di alimento genuino. Io stessa mi ritengo una grande consumatrice, inserendomi tra coloro che del miele non possono fare a meno. È sempre lì, nella mia dispensa, pronto a diventare il protagonista delle ricette più disparate. Ma vediamo per grandi linee come si posiziona questo prodotto nel mercato italiano.

Da un’analisi della Coldiretti su dati Ismea, divulgata in occasione della Giornata Mondiale delle Api del 20 maggio 2018, è emerso come il consumo di miele da parte degli italiani abbia subito un aumento del 5,1% sul valore degli acquisti. Questo non stupisce; il miele è infatti un prodotto dell’alveare che vanta molte proprietà benefiche per il nostro organismo. A una condizione: che sia un prodotto di buona qualità, come il miele italiano.


Ma è in tutti i casi un prodotto sano e “pulito” come comunemente si crede ed è davvero sempre prodotto in Italia?

È il caso di pronunciare un deciso NO. Uno studio ha messo in luce come un’alta percentuale del miele commercializzato nei supermercati e nei negozi sia in realtà in qualche modo alterato. Come possiamo dunque tutelarci e riconoscere un miele puro al 100%? Ecco alcuni suggerimenti.

1.    Prestate attenzione all’etichetta

Il Decreto Legislativo 179/04 vieta l’aggiunta al miele, immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo, di qualsiasi ingrediente alimentare, ivi compresi gli additivi, e l’effettuazione di qualsiasi altra aggiunta se non di miele. In linea con questo principio, preparati ad esempio a base di nocciole e miele, non possono riportare in etichetta il termine “miele”, ma un nome di fantasia e/o “Preparazione alimentare a base di miele e nocciole” (con le relative percentuali).

2.    Assicurarsi che la provenienza del miele sia italiana

Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due paesi: Ungheria e Cina.

Vi starete chiedendo perché è bene evitare l’acquisto di miele estero a favore di quello italiano. Bene, la risposta è semplice: il nostro Paese è tra i più rigorosi relativamente ai contaminanti impiegati in agricoltura e non consente l’uso di diversi farmaci in apicoltura come gli antibiotici. Non è così per tanti altri Paesi dai quali l’Italia importa ingenti quantità di mieli, peraltro senza che i controlli alle frontiere garantiscano una tutela sufficiente. La Cina, ad esempio, produce spesso miele utilizzando zucchero liquido, con aggiunta di aroma di miele.

In questi casi è quindi bene leggere attentamente l’etichetta. È obbligatorio infatti che venga esplicitamente indicato il Paese o i Paesi d’origine in cui il miele è stato raccolto. Esempi: “Paese di origine: Italia” oppure “Paese d’origine: Argentina”; “Paesi di origine: Italia e Romania”; “Paesi di origine: Cina e Ungheria”. Queste indicazioni sono quasi sempre riportate in caratteri piuttosto piccoli e in una zona marginale dell'etichetta (oppure nella controetichetta o nel sigillo). Vanno quindi cercate attivamente: è comunque meglio indirizzarsi verso prodotti in cui l'indicazione dell'origine geografica sia ben evidente e non equivoca.

3.    Analizzare il contenuto del vasetto

Se in un vasetto di miele si nota la netta divisione del contenuto in due strati, la parte cristallina in basso e la parte liquida sopra, siamo in presenza non solo di un difetto estetico, ma di una spia che segnala problematiche ben più gravi, ad esempio possibili alterazioni. All’origine della separazione di fasi ci può essere un eccesso di umidità, che può portare alla fermentazione, ma anche una conservazione a temperature troppo elevate e quindi a un invecchiamento precoce. Meglio evitare di comprarlo.

4.    No ai mieli pastorizzati

Il miele è uno dei prodotti che meno richiedono passaggi e lavorazioni. Per ottenere un prodotto di qualità l’unico passaggio che serve è il filtraggio. Per questo vi consigliamo di non acquistare i mieli pastorizzati e quindi trattati. Se non è indicato espressamente sull’etichetta con dicitura tipo “non riscaldato” e “non pastorizzato”, allora il prodotto è sempre stato pastorizzato! Evitate di acquistarlo. Privilegiate i mieli dei piccoli apicoltori italiani, che non fanno mai la pastorizzazione, e se possibile acquistate miele biologico, o da coltivazioni non trattate. 

Con queste brevi e semplici regole spero di poter rendere più consapevoli e attenti i vostri acquisti futuri. D’altronde, in Italia si producono mieli pregiatissimi, di diversi gusti, colori, profumi e consistenze. Perché non sceglierli di qualità?


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