Cipolla di Tropea, l’oro rosso della Calabria

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La tavolozza di colori di cui Madre Natura si è servita per ritrarre la Calabria contiene tonalità tenui, dominanti soprattutto tra cielo e mare, e tinte forti. Si tingono di rosso i tramonti, che fanno breccia nel cuore di chi ha la fortuna di goderseli, e si tinge di rosso una pianta bulbosa che cresce timidamente sottoterra e prende vita diventando regina indiscussa del territorio. Famosa in tutto il mondo per il suo gusto dolce e raffinato, la cipolla rossa di Tropea è uno dei tanti fiori all’occhiello della nostra terra.

Naturalis Historia, Plinio Il Vecchio - 1469

Naturalis Historia, Plinio Il Vecchio - 1469

Di origine antichissima, il ritrovamento di fossili nell’Asia centro-occidentale ha permesso di affermare che già nel 3000 a.C. questa cipolla venisse consumata dagli Egizi. Furono poi Fenici e Greci a introdurne la coltura nei Paesi del Mediterraneo.

Con l’intensificarsi degli scambi commerciali, la cipolla fu conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Sono numerose, ad esempio, le citazioni latine che confermano quanto questo tubero fosse considerato già all’epoca un alimento basilare. Plinio il Vecchio, tra tutti, nel suo Naturalis Historia indica la cipolla rossa di Tropea come rimedio naturale per diversi mali e disturbi fisici.

Benché il suo nome l’abbia legata a un unico luogo, la coltivazione delle cipolle rosse abbraccia ben tre province calabresi; ovvero il tratto di costa tirrenica che va da Fiumefreddo Bruzio a Nicotera e in particolare nei territori dei comuni di Ricadi e Capo Vaticano. Quest’ampia area un tempo convergeva proprio verso lo scalo ferroviario di Tropea, luogo da cui partivano le spedizioni per il resto d'Italia e d'Europa.


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Come distinguere la Cipolla Rossa di Tropea

 Appartenente alla specie Allium Cepa, la sua forma varia da rotonda a ovoidale e si distingue dalle altre varietà per il suo intenso profumo e per la sua leggerezza al palato, oltre che per il suo inconfondibile colore.

Perché è così rossa? Perché è ricca di antocianine, composti polifenolici solforati che fanno parte dei flavonoidi.

Tutte le peculiarità che contraddistinguono questa varietà dipendono dal suo corredo genetico e dall’interazione con l’ambiente. Questo vuol dire che senza il suo terroir, la vicinanza al mare, la temperatura, l’esposizione solare e l’umidità, non sarebbe la stessa! E pensate che ci sono voluti ben quattromila anni perché la cipolla di Tropea diventasse quello che è oggi.

Dal 2008, quello che può essere definito come uno dei simboli identitari dell’agricoltura calabrese, ha ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta (IGP). In Italia, è l’unica cipolla ad avere una certificazione di qualità.

Cipolla rossa, tra tradizione e innovazione

La cipolla di Tropea è ormai presente tra gli ingredienti di moltissime ricette, non soltanto per il suo inconfondibile sapore dolce, ma anche per le sue proprietà organolettiche. Essa contiene infatti pochissimi grassi e alcuni elementi minerali di rilievo come potassio, calcio e fosforo. La porzione glucidica è formata soprattutto da zuccheri semplici e da una piccola quota di fibra costituita soprattutto da fruttani (polimeri del fruttosio), che fanno sì che l’equilibrio della flora batterica intestinale venga spostato a favore della flora bifida (e a scapito di quella putrefattiva), con conseguenti benefici per la nostra salute.

Il 13 agosto di ogni anno, si svolge nella piazza di Ricadi la storica sagra della cipolla rossa di Tropea, dove questa la fa da padrona in diversi piatti tipici. Cruda in una gustosa insalata di pomodori freschi, olive e origano per esaltarne a pieno tutto il suo sapore. Come marmellata, per la preparazione della tradizionale crostata. Nella frittata di cipolle e patate o ancora nello stufato di calamari e fagioli.

Se invece prediligete piatti gourmet, lo Chef Filippo Cogliandro del ristorante L’A Gourmet di Reggio Calabria, la esalta nella sua scaloppa di pesce San Pietro con cipolla rossa di Tropea.


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